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In corsa verso Marte con una tuta made in Italy

di Marika Gervasio

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25 Agosto 2009
Lo Space Shuttle Discovery al Kennedy Space Center di Cape Canaveralin attesa del lancio previsto per martedì 25 agosto (Joe Raedle/Getty Images/AFP)


Nell'ultimo mezzo secolo Marte ha ricevuto molte visite dalla Terra, ma sempre da parte di navicelle senza equipaggio. Nel 2030, però, potrebbe essere la prima volta di un essere umano: a patto, naturalmente, che i programmi della Nasa siano adeguatamente finanziati. Ma gli ingegneri e gli scienziati non possono smettere di crederci, e non solo a Houston o Cape Canaveral. Ci scommettono anche a Molvena, nell'Alta vicentina. Dove un'azienda tessile rigorosamente made in Italy, la Dainese, si sta preoccupando di come si vestiranno il primo uomo e/o la prima donna che metteranno piede sul "pianeta rosso", con temperature oscillanti tra -140 e +20 gradi centigradi. La tuta dei primi astronauti "marziani" ha nome in codice «BioSuit» e la Dainese (fondata nel 1972) la svilupperà in collaborazione col Mit, ma senza dimenticare la propria tradizione creativa nell'abbigliamento per motociclisti: non a caso è oggi main sponsor di Valentino Rossi. In attesa del countdown del 2030, Dainese continua a lavorare sul suo core business: l'ultima invenzione è un sofisticato air bag elettronico per motociclisti. Perfetto per il primo Moto Gp su Marte.

Nel 1972 a Molvena (in provincia di Vicenza) il ventiquattrenne Lino Dainese fonda un'azienda che produce abbigliamento per motociclisti. Con un obiettivo preciso: garantire la massima sicurezza proteggendo il corpo dalla testa ai piedi nella pratica di sport dinamici. L'idea alla base della mission della Dainese arriva con un viaggio a Londra in moto durante il quale il giovanissimo Lino, attuale presidente, osserva le tute dei centauri inglesi, semplici guaine in pelle, e decide di introdurre il colore ma, soprattutto, le protezioni nell'abbigliamento dei biker. Da subito inizia la collaborazione con piloti ai quali in seguito si aggiungono sciatori, ciclisti e snowborder (da Giacomo Agostini a Valentino Rossi, Giorgio Rocca, Giacomo Agostini, Kristian Ghedina e Debora Compagnoni solo per citarne alcuni) che permette lo sviluppo di una serie di prodotti tecnici, dai paraschiena ai guanti fino a caschi, tute speciali, stivali e altri accessori.
Una strada, guidata dalla ricerca e dall'innovazione, che dopo trentasette anni di attività porta l'azienda veneta negli Stati Uniti, al Mit di Boston, la principale università americana specializzata in engineering technology con la quale Dainese collabora per un progetto per la Nasa: lo sviluppo di una tuta spaziale pressurizzata per la prima passeggiata extraveicolare su Marte nel 2030. Il risultato della collaborazione è la BioSuit, realizzata sulla base di principi bio-medici: una tuta aderente, elastica, attraversata da fili neri e dorati che garantiscono la giusta pressione per il corpo, che consente una grande libertà di movimento e assicura all'astronauta la massima protezione.
«I nostri prodotti sono pensati per unire il design e il comfort alle necessarie caratteristiche di sicurezza e protezione – fanno sapere dall'azienda –. Il 10% del fatturato, 105 milioni l'anno scorso che arrivano a 144 milioni a livello di gruppo con Agv caschi acquisita nel 2007, è re-investito in ricerca e sviluppo nel nostro centro interno di ricerca, il D-tec dove 50 tra ingegneri, tecnici e medici, sviluppano progetti speciali, linee di abbigliamenti ed eseguono test su materiali e protezioni». A questo si aggiunge un altro centro di ricerca e produzione per i caschi Dainese e Agv a Campodoro, in provincia di Padova».
L'azienda sta anche sperimentando il D-air, un sofisticato sistema di air-bag elettronico inserito nella tuta dei motociclisti, un progetto nato circa dieci anni fa che il mese scorso è stato utilizzato per la prima volta da Valentino Rossi e Jorge Lorenzo al Gran Premio di Donington, ma l'obiettivo è di estenderne l'utilizzo anche ai biker non professionisti. «Un sistema che in futuro – commentano dalla Dainese – potrebbe trovare applicazioni anche in altri settori come il mondo del lavoro». O l'equitazione, un segmento sportivo nel mirino di Dainese. Ricerca a parte, nei piani di sviluppo del gruppo vicentino – che realizza il 40% del suo fatturato all'estero ed è presente in tutto il mondo con 18 monomarca, 50 shop in shop e in numerosi multimarca – c'è il potenziamento della già esistente Dainese Usa e l'apertura di una filiale in Giappone.

25 Agosto 2009
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